Come sono fatte le grotte

Piu' o meno tutti hanno una idea della grotta come una cavita' scavata nella roccia, di solito l'immaginazione popolare porta a ritenere le grotte come formate da grandi caverne piene di concrezioni.
In realta' una grotta e' molto piu' complessa dal punto di vista morfologico, se cosi' non fosse gli speleologi si annoierebbero tremendamente ad andare in grotta.


figura 1

Nella figura 1 e' riportato uno spaccato di una grotta con alcune delle strutture piu' comuni che la compongono. Innanzitutto vi deve essere un varco che mette in comunicazione la grotta con l'esterno, altrimenti lo speleologo non puo' entrare, questo varco viene presuntuosamente definito ingresso. E' ovvio che esistono milioni di grotte nel mondo che non hanno tale comunicazione con l'esterno accessibile all'uomo. Nelle grotte si trovano dei "corridoi" che vengono chiamati, a seconda della morfologia e del loro andamento piu' o meno tortuoso gallerie, cunicoli o meandri (vedi figura 2). La galleria ha solitamente una ampiezza tale da permettere di camminare comodamente in piedi. Se si restringe una galleria fino a farla diventare alta e stretta si ottiene un meandro, una delle strutture piu' divertenti e piu' faticose da percorrere in una grotta. Una galleria di ridotte dimensioni, tali da obbligare lo speleologo a camminare carponi o a strisicare come un lombrico viene detta cunicolo.


Tipi di vani in sezione

Quando una di queste strutture si fa particolarmente stretta per un breve tratto, tanto da rendere difficile il passaggio, si parla di strettoia. Alcuni adorano le strettoie e ci si infilano come anguille, altri le detestano e vorrebbero sempre entrare in grotta con una escavatrice da miniera per eliminarle. In ogni caso passare strettoie trasportando il materiale da esplorazione e' sempre una noia.

Qualche volta le gallerie si allargano e si alzano a formare delle sale o delle caverne, ambienti decisamente ampi dove si puo' stare comodamente in piedi anche in file di 20 persone o organizzare una partita di pallone, ammesso che si trovi una sala dal pavimento sgombro di detriti, cosa quasi impossibile. Qui colui che teme lo stretto se la gode tranquillamente.
Ma c'e' un ultimo caso, quello che agli speleologi piace di piu', ovvero quello in cui, indifferentemente dall'ampiezza dell'ambiente, il pavimento non c'e', o meglio, si trova molto piu' sotto di dove la maggior parte delle persone normali vorrebbero che fosse. Si tratta del caso del pozzo, qualche volta il pavimento e' giu' in basso, ma l'ambiente non e' cosi' definito dalle pareti da potere essere chiamato pozzo, si parla allora di salto. Quando si arriva ad un pozzo da sotto lo si chiama camino. In questo caso bisogna arrampicare, non scendere. Questo mi ricorda una delle considerazioni che ha fatto uno dei piu' grandi filosofi americani del XX secolo, Pippo: "che strano, una discesa vista dal basso assomiglia tanto ad una salita". Esattamente questo e' il problema del pozzo e del camino, questione di punti di vista.
Un'altra cosa che si trova molto di frequente in grotta e' la frana, non mi riferisco al vostro vicino di casa che si improvvisa speleologo della domenica e combina disastri inimmaginabili facendo allertare tutto il soccorso speleologico d'Europa, ma ad una vera e propria frana. Tranquilli, le grotte non crollano, non in tempi umani. La gran parte delle frane sono cosi' vecchie da essere tutte coperte di concrezioni e sono ben stabilizzate. Di solito si riesce a trovare un passaggio fra un masso e l'altro per cercare di raggiungere le gallerie che si spera siano dall'altra parte dell'accumulo della frana. Questo e' un lavoro per speleologi con un po' di sangue freddo, specie quando ci si mette a guardare i massi che ci circondano e ci si chiede se sono poi stabili come dicono. Di solito lo sono, ma e' meglio accendere il cervello prima di infilarsi dentro una frana.
Molto spesso gli ambienti della grotta sono percorsi da ruscelli o veri e propri torrenti e si dicono attivi, se sono completamente asciutti si dicono fossili. Frequentemente i ruscelli sotterranei formano dei laghetti, veramente belli da vedere e noiosi da superare se non ci si e' portati dietro un canotto speleo. Se poi il soffitto si abbassa fino a toccare il pelo dell'acqua ed a immergersi sotto di esso ci troviamo di fronte ad un sifone. Qui di solito non si va piu' avanti, oppure si va a chiamare l'amico subacqueo e gli si propone di andare a vedere se per caso oltre il sifone ci sono ambienti liberi. Gli speleosub sono veramente la punta di diamante della speleologia e si divertono come matti a infilarsi in quei budelli pieni di acqua.


figura 3

La cosa che piace di piu' delle grotte ai turisti che ne visitano qualche tratto sono le concrezioni. E' impossibile elencare tutte le forme di concrezioni che si possono incontrare in grotta. Nella figura 3 sono schematizzate le categorie principali. Quelle che pendono dall'alto sono dette stalattiti (1, 2, 3, 4), quelle che vengono su dal pavimento sono le stalagmiti (6). Veli di acqua che scorrono su un pendio non troppo inclinato formano spesso delle vaschette (7) le cui pareti sono simili a stalagmiti. Se ci si fa caso ci si accorge che sotto ogni stalattite c'e' una stalagmite. Questo perche' entrambe sono formate dalla deposizione del carbonato di calcio ad opera di piccolissime quantita' di acqua che scorre attraverso le fessure della roccia e passa per la grotta sotto forma delle famose goccioline, che regolarmente ti cascano nel colletto quando sei fermo per una foto di gruppo o per tenere il metro durante il rilievo topografico. Sia la stalattite che la stalagmite normalmente crescono l'una verso l'altra. Quando si incontrano formano una colonna (5).


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